Cera una volta ... - Massaggi a Milano

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C'era una volta ...

Attualità - 15/11/19 - Autore: carpediem2015
C’era una volta il massaggio.
Eh sì, c’era una volta il massaggio e c’erano una volta centri massaggi diversi dagli attuali, massaggiatrici diverse e (ovviamente) anche massaggiati diversi.
Il centro massaggi non era uno scantinato o un negozio buio come oggi accade, ma aveva locali ampi e spesso luminosi.
I centri massaggi di un tempo erano dotati di ampi spogliatoi, con phon  e specchio per il post doccia, ed era sempre disponibile  un armadietto ad uso esclusivo da chiudere a chiave dopo aver riposto i vestiti.
In quei centri non esisteva il timore di incrociare qualcuno, anzi. Le parti comuni (sauna, bagno turco area relax) erano frequentate ed era normale scambiare qualche parola con altri frequentatori.
Anche in quei  centri massaggi c’erano cabine dove vivere in relax il massaggio, ma le massaggiatrici erano molto diverse. 
Innanzitutto il loro abbigliamento era diverso: tacco 13, tubini fascianti, scollature generose non si vedevano. Il camice bianco era una divisa d’ordinanza e il camice non nascondeva nudità, ma jeans e maglietta. 
Le massaggiatrici non erano esperte di marketing e non si pubblicizzavo scosciate sui siti internet. 
Erano solo i centri che pubblicavano annunci e quando varcavi la soglia di un centro ti veniva assegnata una massaggiatrice che, col tempo, poteva diventare “la tua” massaggiatrice preferita, quella che, con cortesia, prenotando, potevi chiedere che ti venisse assegnata.
Il lettino regnava sovrano, il perizoma era obbligatorio, (anche se ci infastidiva e spesso chiedevamo di “farne a meno”). Il massaggio con massaggiatrice in completa nudità  era invece il sogno di una notte di mezza estate.
E i massaggiati ??? Dobbiamo riconoscerlo eravamo diversi anche noi. Non sapevamo cosa fosse lo “you and me” e, comunque, non ci saremmo mai permessi di chiederlo. Sì, eravamo birichini anche allora e ambivamo a qualche sconfinamento, assumendoci però il rischio della “figuraccia”, dato che allora nulla era scontato.
La differenza tra quegli anni ed oggi è che allora prima ci si conosceva, e poi, forse, succedeva qualcosa. Oggi invece succede (sempre) qualcosa ma non ci si conosce mai, perché alla porta c’è già il prossimo cliente.
“Stavamo meglio, quando stavamo peggio”. 
Lo so, è una “frase fatta”, che molti riterranno banale.
Ma rende bene l’idea. Stavamo meglio quando eravamo persone e non “clienti”, quando il rapporto umano prevaleva, quando anche noi ci rapportavamo alle massaggiatrici in modo diverso, riuscendo (a volte) ad entrare in contatto con la persona e non con la panterona mascherata di oggi che tutto è, tranne quello che appare all’interno del centro.
Del resto l’offerta da sempre si adegua al mercato e il mercato siamo noi massaggiati che, abbagliati da annunci che nascondono false promesse, popoliamo i nuovi centri che, coi vecchi, non hanno nulla da spartire.
Coraggio nostalgici, dimenticate i “finali”, forse in qualche angolo della città esiste ancora la  possibilità di ritrovare un vecchio lettino, una massaggiatrice che sappia regalare un sorriso autentico  e con la quale poter chiudere gli occhi, rilassarsi e godere di un sano massaggio.
 

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