Erano gli anni ‘80 e non esistevano ancora né internet né telefonini.<br>Trovo questo annuncio tra quelli delle massaggiatrici su <em>Secondamano</em> e dall’ufficio telefono a questa signora prendendo appuntamento a Milano.<br>Parcheggio e citofono. Clack.<br>Salgo al primo piano, la porta è aperta ed entro non sapendo bene cosa aspettarmi. È un ampio appartamento, c’è un lungo corridoio. Sulla sinistra una porta chiusa e più avanti si intuisce un’altra stanza, sulla destra una porta a vetri chiusa e c’è un cartello con scritto sala d’aspetto. Chiedo permesso ed entro. Ci sono almeno una decina di uomini di tutte le età, alcuni addirittura con le stampelle. In cuor mio comincio a temere che la signora pratichi solo massaggi fisioterapici.<br>Finalmente dopo un bel po’ tocca a me.<br>Sono molto emozionato e mi svesto col batticuore e, col dubbio di prima mi tengo addosso le mutande.<br>La signora è sulla sessantina ma è ancora una bella donna, vada come vada!<br>Mi massaggia benissimo schiena, gambe e piedi e mi abbassa lo slip per agevolare il lavoro sui glutei. Poi mi fa girare e il massaggio, più delicato, è ancora una volta ottimo. Arriva al basso ventre e mi chiede se può abbassarmi le mutandine e al mio sì le tira giù fino alla radice del pene, il quale inizia a dare segnali inequivocabili. Le togliamo? Mi chiede. E al mio cenno d’assenso me le sfila via dai piedi. L<i>’amico</i> è “al dente” e lei ad ogni passaggio ci inciampa spesso <em>per sbaglio</em> con le mani finché il glande è fuori del tutto a reclamare la sua parte. A questo punto mi dice che se non mi dispiace il massaggio lo finisce la ragazza di là, perché c’è tanta gente in attesa. Però è nuda, va bene? Ovviamente accetto ed ecco che dopo aver bussato, dal corridoio di prima entra questa bellissima mora, scalza e completamente nuda. Mi prende per mano, ripassiamo davanti alla sala d’attesa, riprendiamo il corridoio e mi accompagna prima in bagno. Apre l’acqua calda del lavabo, mi tira giù completamente il prepuzio e mi lava per bene il pisello con acqua e sapone. Poi mi riprende per mano per portarmi in camera e mi fa sdraiare sul lettone a pancia in su. C’è un’altra ragazza in camera, si sta truccando seduta allo specchio, con addosso un accappatoio di spugna aperto, doveva aver appena terminato di fare una doccia. Mi fa i complimenti per il mio corpo nudo e si propone di dare una mano all’amica per pochi soldi in più. Pochi, ma che io non avevo, avendo portato con me solo la tariffa pattuita al telefono, quindi mi tocca rinunciare, ma lei non se ne va, sta lì a truccarsi e ogni tanto a guardare.<br>La prima ragazza sale sul letto e si inginocchia tra le mie gambe aperte. Con quel gesto della testa femminilissimo che mi fa impazzire, butta i lunghi capelli neri alle spalle, poi si abbassa e mentre con le mani mi accarezza dolcemente il basso ventre dall’ombelico in giù, apre quella sua boccuccia deliziosa e mi <em>mangia</em> completamente, senza mani, giocherellandoci con lingua, fino a farlo crescere pulsante e impaziente. Ha un lieve accenno di soffocamento e allora risale un po’ con le labbra lungo l’asta, fermandosi a circumnavigare con la lingua il mio glande in ogni senso rotatorio. Guardo l’altra ragazza e vedo che sempre seduta al suo sgabello davanti allo specchio, sta seguendo la scena con molta attenzione. Ci incontriamo con gli occhi, ha un sussulto, sorride, apre accappatoio e gambe, si infila due dita e chiude gli occhi sospirando di piacere nel suo sorriso. Non ce la posso più fare, sono al limite! La morettina se ne rende conto, le mani abbandonano la mia pancia e si portano la destra alla base del pene e la sinistra a conchiglia sotto ai testicoli, aumentando i movimenti di bocca e di lingua.<br>“Sto per venire!”, l’avviso convinto che voglia finirmi di mano e invece no, affonda ancora di più e quando viene il momento, la sento bere e deglutire di continuo, svuotandomi completamente con la leggera e costante pressione sui testicoli. Quando sente la rigidezza attenuarsi, si rialza e guardandomi con quegli incredibili occhi azzurri, si passa il dorso della mano sulle labbra e, sempre seduta sui talloni, allarga le gambe, facendomi notare gli umori che fanno capolino dalla sua rosea vagina. Ci passa dentro due dita e poi le estrae subito seguite da un lungo e liquido filamento trasparente. Sorride, ritorna ad interessarsi di me, tirandomi giù la pelle e spremendo per controllare di aver fatto un lavoro pulito. Ma ecco che qualche bianca gocciolina riesce ancora a spuntar fuori dalla punta del glande e allora lo riprende in bocca, questa volta aiutandosi con le mani, per terminare a dovere, senza lasciare <em>tracce. </em>Naturalmente<em> </em>il picio di riprende alla grande e lei si ripropone per un altro giro, ma io, come detto prima non ho più soldi e allora la cosa finisce lì. <br>La sua amica accenna un applauso silenzioso.<br>Un bacio, mi rivesto e me ne vado. Cinquantamila lire spese bene. <br><br><br>