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Farò l'astronauta

Racconti - 28/08/20 - Autore: Provoltz
Quando è stata la prima volta che mi è stato chiesto: “Cosa farai da grande”? Non me lo ricordo bene, certamente dopo quella notte di Luglio del 69; la notte della luna. I ricordi sono pochi, mi ricordo mio nonno che continuava a ripetere “Progresso, regresso”; mi ricordo soprattutto tutta la famiglia che non riusciva a staccarsi dal televisore.
Poi, mio padre, che mi aveva comprato il modellino del Saturno; destinato a troneggiare nella mia camera per parecchi anni.
In quei giorni avevo fatto la mia scelta, da grande avrei fatto l’astronauta. Mai, da allora, nessun sogno sarebbe parso così vero. A tutti quelli che me lo chiedevano, rispondevo sicuro: Astronauta, farò l’astronauta.
Purtroppo, la vita, i sogni più che a realizzarli tende a infrangerli e così mi sono ritrovato quello che sono, fino ad oggi almeno.
I giorni scorsi, ho frugato parecchio in internet. Un annuncio mi era saltato all’occhio, sinceramente non saprei dare un motivo certo. Il fatto è che aveva stimolato il desiderio di provare un bel massaggino con la donzella, nomata Arianna.
Quindi telefono, prendo appuntamento e mi presento. La pulzella riceve nel suo studiolo in zona Monte Ceneri – Mac Mahon. Al telefono mi propone l’elenco delle sue prestazioni e io prenoto un body al prezzo di 130 cocuzze.
Prima di continuare il racconto, rispondo alla domanda che certamente chi legge si sta facendo. Perché non stai pubblicando sulla sua scheda? Semplicemente perché la signora non intende averne una e apparire sui nostri schermi. Non le farò una rece ma un bell’ articolo non glielo leva nessuno.
Il programma propostomi è interessante: massaggio, body, personalizzazione e poi ancora body. Cosa domandare di più dalla vita?
Chiamo e mi da le indicazioni per raggiungerla. Me le aveva rifiutate fino all’ultimo, probabilmente timorosa che io attendessi sotto il suo portone, bardato da uomo sandwich, con la scritta “Vado a fare un massaggio erotico”.
Entro nell’appartamento e mi fa togliere le scarpe, dice che fa brutto tenerle. Ok, oramai sono a metà dei venti metri quadri del tutto, non capisco se sia così fondamentale salvare gli altri dieci dalla lordura delle mie scarpe; però obbedisco diligente.
Mentre mi spoglio mi chiede di assolvere la parcella – “Son 150 Euro”. Dentro di me penso – “Perbacco che inflazione, 20 in più in un giorno”. Ovviamente non faccio un plisset e pago, forse il look casual non le dava fiducia.
Ha preparato un futon a una piazza al centro del mini salotto, riconosco ben fatto. Però, sotto gli strati di carta, ci ha messo un cuscino di quelli ergonomici. Non si può ne togliere ne spostare e quando sei di schiena il collo non è certo comodo.
Prima di cominciare va un po’ in giro. Io penso che si stia spogliando. Povero illuso, mantiene un body nero a prova di intrusione.
Finalmente comincia il massaggio, tecnicamente non è male. Mi ha colpito la tecnica con cui mi sparge l’olio addosso; riesce a sgocciolarmi tutta la lunghezza della gamba.
Per il resto, movimenti lenti, mani avvolgenti; insomma tutti gli ingredienti di un buon massaggio erotico. Peccato che avverta chiaramente il suo corpo presente e la mente totalmente in un universo parallelo.
Dopo lungo tempo mi fa girare, ovviamente del body sulla schiena manco a dirne. Quando mi son voltato, con l’espressione più furbesca del suo repertorio mi domanda – “Come va?”. Io rispondo “Normale”.
“Ah NORMALE”, con un tono sul risentito. Mio dolce amore; non te la sei data della morte civile, che alberga a metà del mio corpicino.
Allora tenta la carta personalizzazione. Si mette nel mezzo delle mie gambe aperte, chiaramente il più lontano possibile dalle mie mani e comincia a praticare un lingam, ben fatto, che però nulla ha di partecipato. Chiaramente il barometro dell’amore non reagisce e resta fermo su Tempesta-Fortunale.
Dopo essersi ben stancata punta sul body. Penso: “Finalmente si vede qualcosa!”. Qualcosa sì ma non tutto. Il suo body è rigorosamente mutandato.
Chiamarlo body poi è un chiaro eufemismo, semplicemente lei si mette di lato e ti struscia le poppe sul petto; nessuna posizione, nessun movimento erotico. Riesco, in un raro momento di prossimità, ad avvicinarmi alla mutanda. In principio ho la sensazione del presidio medico destinato ai giorni di pioggia, poi mi rendo conto che credo si tratti di una specie di conchiglia, stile hockey, deputata all’antistupro.
La cosa che mi dispiace è che la signora ha due bellissime tettone, almeno una quarta di tutto rispetto, che potrebbero essere fonte di intriganti giochi. Che ci vogliamo fare, a volte la natura da a chi non si merita.
Visto che nulla può, ritorna alla personalizzazione fino al mio “Fine dei giochi”, sempre ammesso che mai siano cominciati.
Doccia prolungata per togliere il copioso olio johnson di cui sono imbrattato. Due parole di cortesia e sono di nuovo in strada.
Allora penso: Credevo fosse impossibile essere astronauta. Invece era così semplice. Una telefonata ad Arianna, 150 Euro buttati via e posso finalmente saltare sul Saturno, rigorosamente “Alla Bersagliera!!!”.
Provoltz

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