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La strada non presa

Filosofeggiamenti - 21/02/20 - Autore: Davisson


 

Robert Frost, La strada non presa
 

Due strade divergevano in un bosco ingiallito, 
e dispiaciuto di non poterle entrambe percorrere
restando un unico viaggiatore, a lungo ho sostato
e ne ho osservata una, giù, più lontano che potevo
fino a dove curvava nel sottobosco;

poi ho preso l’altra, ché andava altrettanto bene
e vantava forse migliori ragioni,
perché era erbosa e meno calpestata;

sebbene, in realtà, l’andirivieni
le avesse più o meno ugualmente consumate
e entrambe si distendessero quel mattino
tra foglie che nessuna orma aveva annerite.

Oh, ho tenuto la prima per un’altra giornata!
Eppure, sapendo come strada porta a strada,
dubitavo che mai ci sarei tornato.

Con un sospiro mi capiterà di poterlo raccontare
chissà dove tra molti e molti anni a venire: 
due strade divergevano in un bosco, e io – io ho preso quella meno battuta, e da qui tutta la differenza è venuta.

Di questa poesia un po’ contraddittoria vengono spesso presi in considerazione gli ultimi versi. In questo modo la poesia diventa ciò che non è e non vuole essere, un inno alla libera scelta, scelta fatta sulla base dell’individuazione della strada meno frequentata acciocché il traguardo finale non sia mai conosciuto. Già, ma se si va a leggere qualche riga sopra è lo stesso poeta che dice che di due strade nessuna mostrava più segni di passaggio dell’altra. Ma, allora, cosa rende questa poesia così sentita se non parla di diritto all’autodeterminazione? Credo che si tratti di una cosa banalissima che appartiene a tutti noi, la difficoltà di compiere qualsiasi scelta in assenza di spunti di riflessione e valutazioni su dati certi. Allora questa poesia si alza e da racconto sull’individualismo  si trasforma in un inno sulla difficoltà di scegliere, sulla tensione che si ha quando si è costretti a farlo ben sapendo che non possiamo prevedere dove ci porterà. Oggi potevo scrivere una recensione su un incontro dolcissimo e bellissimo con una donna che ha saputo sciogliermi energie ormai congelate ma ho preferito scrivere di me che ho fatto una scelta al buio, non sapendo dove arriverò ma ben conoscendo cosa non succederà. E questo senso di insicurezza basato sulla certezza mi ha caricato di nuovi stimoli e rinate ricerche di mete mai viste.

(In foto una strada da percorrere, l’Eroica  in val d’Orcia)



 

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