E se non fosse tutto così pesante?

Cosa accedrebbe se fossimo scanditi dal solo “voler fare”.

Siamo sempre impegnati nel riconcorrere le lancette. Sempre pronti a dire “non ho tempo”, “non faccio in tempo”, “non è il momento”. Siamo schiavi assoluti del secondo, della più piccola parte del tempo che troviamo più comune. Il tempo è addirittura più spietato. C’è chi addirittura conta il decimo di secondo, il millesimo.

Cazzo ma quando vi innamorate? Lo contate il millesimo? O non fate altro che cercare insistentemente di rallentarlo. Sperate che il vostro secondo si tramuti in un’ora, un giorno, un mese... un anno.

Allora l’essenza del tempo non è contarlo in realtà. Non è farne parte. E’ cercare di starne fuori, non dipenderne costantemente. Perchè semplicemente anche la costanza stessa fa parte del tempo.

Lo spazio no.

Lo spazio è la stanza vuota dove possiamo posizionare infinite quantità di oggetti. Lo spazio aiuta a pensare. Lo spazio tiene lontano il tempo, lo fa accomodare su di una sedia, là fuori, subito dopo la porta d'ingresso. E il tempo non sa aspettare, busserà, sarà insistente.

Ma la porta dello spazio chiudiamola a chiave. Perchè quella stanza siamo noi. E’ la nostra lussuria, il nostro coraggio. Quella stanza ci insegna a godere della vita, della bellezza di un oggetto, della ricchezza di altre persone.

Una stanza con una sola porta. Con le pareti di vetro, dove siamo pronti a godere del dominare dei colori. Dove coniamo una moneta nostra, di valore infinito, indispensabile per pagare il salario ai ricordi e farci consegnare le immagini più luminose del passato.

Corre l’acqua sul ruscello sotto i piedi.

Ma il tempo resta chiuso fuori. Saprà aspettare il momento di uno spazio....